DAL Bangladesh

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NATALE 2023

Suhiari – Bangladesh, 28 dicembre 2023

Carissimi, anche se con qualche giorno di ritardo, di cuore vi faccio gli auguri per il Natale che abbiamo vissuto e per il nuovo anno che stiamo per iniziare.

Questo è stato il mio primo Natale a Suihari, ed è stato un Natale un po’ travagliato, dove preccupazione, gioia e dolore si sono accavallati.

Preoccupazione perché in Bangladesh si ha l’abitudine di fare tutto “last minute”. Così il presepe, che per il primo anno è stato allestito all’aperto, è stato ultimato tre ore prima dell’inizio della Messa della notte di Natale.

Per un tipo come me, che ama la programmazione e le cose fatte con largo anticipo, è stata una vera sofferenza. Alla fine tutto è andato, con il gradimento dei parrocchiani.

Il giorno di Natale sono stato a Belsari, un villaggio Santal, dove abbiamo celebrato la Messa di Natale, sei battesimi e cinque prime comunioni. Era la prima volta che veniva celebrata la Messa di Natale in quel villaggio. In genere a Natale si celebra la Messa nei villaggi vicini alla parrocchia, quest’anno grazie all’aiuto dei confratelli del Pime e dei francescani, siamo riusciti a celebrare anche in alcuni villaggi un po’ più lontani. Così tra la notte e il giorno di Natale abbiamo celebrato la Messa in otto villaggi.  

Il Natale celebra la vita, anche quella che nasce in cielo. Infatti in quel giorno sono morti due parrocchiani e abbiamo dovuto celebrare la funzione in cimitero per le loro esequie. In Bangladesh i defunti vengono seppelliti il giorno stesso della morte, o al massimo il giorno dopo. Per cui il giorno di Natale, nel pomeriggio, visita in un altro villaggio per accompagnare la nascita in cielo di Carmela. Dopo aver celebrato la nascita in cielo in parrocchia di Christofer. 

Il programma post natalizio è altrettanto intenso. Ieri ho celebrato un matrimonio e prima della fine dell’anno, in altri due villaggi celebrerò le prime comunioni.

Anche il mese di gennaio non sarà di riposo perché sono previsti, in un altro villaggio le prime comunioni e durante il mese altri tredici matrimoni.

Altro impegno sarà la riapertura dell’ostello parrocchiale l’11 gennaio. Quest’anno volevo limitare le iscrizioni a 150 tra ragazzi e ragazze. Abbiamo infatti in progetto di trasferire per il 2025 l’ostello dei ragazzi nello stesso edificio che ospita l’ostello delle ragazze, ovviamente in sezioni separate. Questo, perché l’ostello dei ragazzi è vecchio e necessita di essere ristrutturato. Inoltre vorremmo che l’ostello dei ragazzi venga utilizzato per le attività parrocchiali, in particolare per i giovani. Un progetto che speriamo il PIME di Milano possa finanziare nell’ambito dell’anno dedicato al Bangladesh. L’unificazione dei due ostelli comporterà una riduzione del numero dei ragazzi ospitabili. Quest’anno i ragazzi e le ragazze erano 165, un numero che stringendosi un po’ si potrebbe mantenere anche in futuro. Il problema è che sono pervenute 250 domande di iscrizione. Una quantità che non possiamo accogliere se vogliamo assecondare il progetto e neppure dal punto di vista economico (per ogni ragazzo la parrocchia deve integrare le rette con circa 6.000 Euro per sostenere i costi). Per cui in questi giorni mi trova nella triste situazione di dover dire dei no a chi vorrebbe che il loro figlio/a sia accolto da noi. 

Inoltre ci sono i ragazzi che vogliono andare nelle scuole superiori  e che devono iscriversi alle varie scuole. Anche qui c’è il problema di essere ammessi nei vari ostelli con le richieste di aiuto economico delle varie famiglie. 

In questi giorni stiamo preparando tre coppie, attualmente conviventi, per la celebrazione del Matrimonio. Non si sono potuti sposare per questioni legate un po’ alla loro pigrizia, e un po’ per  le loro situazioni famigliari. Ad esempio, una coppia è formata da due cugini (le loro mamme erano sorelle). Questa situazione per la Chiesa è superabile con una dispensa del Vescovo, ma la difficoltà è stata creata dal villaggio Santal che non ha mai voluto autorizzare il matrimonio. Finalmente, dopo otto anni di convivenza e due figli, il villaggio ha dato il suo assenso, ed ora stiamo preparando il matrimonio. Un’altra coppia il problema dipendava dalla mamma della ragazza, non cristiana, che non voleva che la figlia diventasse cattolica. La ragazza frequentava la chiesa regolarmente, ma per non scontrarsi con la mamma non ha mai ricevuto il battesimo. Ora la mamma è morta e il papà ha dato il suo consenso. Stiamo preparando la ragazza al battesimo e poi celebreremo il matrimonio. 

Carissimi, spero che attraverso queste poche notizie, possiate assoparare il mio lavoro di missionario in Bangladesh. Nulla di straordinario, se non la fatica e la gioia di far nascere il Signore Gesù nel cuore delle persone. Del resto questo è il senso del Natale.

Ancora auguri, e il Signore Gesù nato in mezzo a noi sia per tutti  la gioia che sospiriamo.

Buon Natale e Buon anno!

p. Paolo Ballan

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AVVENTO 2023

Suhiari – Bangladesh, 27 novembre 2023

Carissimo don Cristiano, ti spero bene anche se impegnato con le attività tipiche del periodo di avvento, in particolare con le benedizioni delle case.

Qui in Bangladesh non c’è questa abitudine, né nel periodo di Avvento, né in quello di Quaresima. Però sia in Avvento che in Quaresima, dobbiamo visitare tutti i 45 villaggi per le confessioni. Per cui il lavoro non mancherà!

Il 6 dicembre l’ostello chiuderà per le  vacanze di fine anno. Quest’anno sono in anticipo rispetto al solito, perché il 7 gennaio 2024 ci saranno le elezioni politiche. Anche questa volta sembra che il principale partito di opposizione boicotterà le elezioni. Sarebbe la terza volta consecutiva, questo sicuramente non fa bene alla democrazia del paese. La ragione è che non si fida della gestione della elezioni da parte della commissione elettorale, in teoria organo indipendente, ma accusato di essere espressione del partito di governo.  Da quando è stata annunciata la data delle elezioni, il partito di opposizione ha incominciato ad indire scioperi e realizzare blocchi stradali. Per cui il clima non è dei migliori in questo momento. 

Il governo ha intimato le scuole di concludere gli esami di fine anno entro la fine di novembre, tagliando così una parte del programma scolastico. Anche questo non è un bene, soprattutto per gli studenti.

A causa di questo clima di incertezza, anche i matrimoni, che in genere si celebrano subito dopo Natale, le famiglie tendono a rinviarli  a dopo le elezioni, sperando in un abbassamento della tensione. Speriamo in bene.

Mando anche a te, così come sto facendo con altri amici, una proposta di sostegno delle spese di gestione della parrocchia di Suihari. Una specie di lista regali di Natale secondo le possibilità di ciascuno.

Grazie per la tua amicizia e sostegno.

Una preghiera

p. Paolo Ballan

Carissimi mi permetto di fare una specie di “lista regali di Natale” con cui poter aiutare e sostenere la missione di Suihari in Bangladesh.

Si tratta di una lista che elenca le spese quotidiane e ordinarie della missione. Se qualcuno è disposta a regalarle, darebbe un grande contributo e sostegno.

L’assicurazione medica e le spese per i parti riguardano le prestazioni fornite dall’ospedale diocesano.

Le spese riguardanti l’ostello sono quelle della parrocchia di Suihari. 

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GRAZIE!

p. Paolo B.

GIORNATA MISSIONARIA

Suhiari – Bangladesh, 18 ottobre 2023

Carissimi, vi scrivo in occasione della giornata missionaria mondiale. Poche righe per ricordare quanto sia importante la missione per la Chiesa, sia quella a "kilometro zero", sia quella ad Gentes, cioè rivolta a coloro che non credono o non conoscono ancora Gesù.

Può sembrare strano ma esistono ancora milioni di persone che non conoscono Gesù. Magari hanno sentito il nome, ma non ne conoscono la storia, né il suo valore di salvezza.

Oggi sono stato invitato a celebrare la Messa in memoria di p. Sandro Giacomelli nella parrocchia di Kudbir. In questa occasione, la parrocchia ha celebrato anche le prime comunioni. 

Padre Sandro Giacomelli, missionario del PIME in Bangladesh è morto 16 anni fa, quando io ero da soli due anni in Bangladesh. Quello che di lui ricordo in modo vivo è la sua passione per il popolo Santal. Ha speso tutta la sua vita annunciando a loro il Vangelo cercando di vivere secondo la loro cultura. Per 17 anni ha vissuto in una casa Santal nel villaggio di Kudbir senza voler esserne il parroco.

Qui ha dato vita a molte attività di carattere sociale per far crescere il benessere dei Santal di questa area. In particolare i somiti, forme di cooperativa sociale, che gestivano i pukur, cioè laghi artificiali dove si coltivava il pesce. Ha dato inizio a quasi una ventina di somiti nei villaggi Santal della zona di Kudbir. 

Ovviamente a fianco dell’attività sociali, c’era anche l’annuncio del Vangelo che ha consentito di far nascere una comunità cristiana che oggi è diventata una parrocchia. 

Ma ciò che ricordo di padre Sandro era il suo entusiasmo quando parlava dei Santal: si sentiva parte di quel popolo. Certo anche p. Sandro, come ricorda Gesù nel Vangelo, ha vissuto fatiche, sofferenze e delusione, fino al rifiuto.

Padre Sandro è morto in un incidente stradale, mentre si recava da una cappella ad un'altra per celebrare la Messa. Fedele fino alla morte a quel Gesù che lo ha chiamato ad essere missionario in Bangladesh.

Padre Sandro non è stato sicuramente un Santo nel modo canonico di intendere la santità, ma è stato un missionario fedele, entusiasta che ha dato tutto ciò che aveva. Il Signore doni al PIME e alla Chiesa missionari con lo spirito di p. Sandro.

Buona giornata missionaria!

p. Paolo B.


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SI RIPRENDE L'ATTIVITÀ!

Suhiari – Bangladesh, settembre 2023

Carissimi, è da un po’ di tempo che non mando mie notizie, non perché mi sono dimenticato di voi, ma perché vi ho immaginato in vacanze e dunque affaccendati a godere le bellezze del creato e della compagnia. 

In questo periodo ho avuto la gioia di essere visitato da mia nipote Lara e dal suo amico Marius.  La loro presenza mi ha consentito di fare un po’ di vacanza, di godere della loro compagnia e anche di essere aiutato. Da ragazzi dell’oratorio hanno animato gli ostelli di Suihari portando tra i ragazzi curiosità, gioia e desiderio di stare insieme.

La loro presenza mi ha fatto capire quanto sarebbe utile avere un educatore formato, che insegnasse ai miei educatori come organizzare le attività di un ostello e come fare dell’ostello non soltanto un’occasione di studio e di preghiera, ma anche di formazione e crescita personale e comunitaria. Se c’è tra di voi qualcuno che ha esperienza in questo campo e vuole donare 3 o 5 anni della sua vita alla missione di Suihari, è il benvenuto.

La missione non ha solo bisogno di soldi e preghiera, ma anche di persone che donino un po’ del loro tempo e delle loro capacità. 

In questo periodo stiamo cercando di riprendere a fare attività dopo il tempo buio del Corona virus, che ha cancellato tutto e soprattutto la voglia fare.

Abbiamo iniziato ad organizzare una giornata con i ragazzi dei villaggi vicino alla parrocchia. Una giornata dove si prega, si fa un po’ di catechesi, si mangia e si gioca insieme. Il primo esperimento ad agosto ha visto la presenza di 400 ragazzi. A settembre la replica, speriamo bene.

Settimana prossima verrà ufficialmente insediato il gruppo chierichetti. Ventotto ragazzi e ragazze prometteranno di essere fedeli alla Messa domenicale e al servizio liturgico.

Purtroppo gli esami del primo semestre non sono andati beni per i ragazzi dell’ostello. Per porre rimedio ho organizzato dei corsi di ripetizione ingaggiando tre insegnati. Speriamo di avere risultati migliori agli esami di fine anno che si svolgeranno a novembre.

Per i ragazzi dell’ostello abbiamo iniziato la catechesi per la prima comunione. In passato si faceva una settimana di catechismo e poi la Celebrazione. Quest’anno ho iniziato ad agosto la catechesi due volte alla settimana. A fine ottobre quaranta ragazzi riceveranno al prima comunione.

Agli inizi di ottobre ci sarà la settimana residenziale per il corso pre-matrimoniale. Stiamo rivedendo il programma cercando di inserire alcuni momenti di conoscenza reciproca (soprattutto tra le coppie che sono state scelte dai genitori) e alcuni suggerimenti per la vita matrimoniale. Speriamo di fare qualcosa di buono.

Sono continuate le attività nei villaggi, con la celebrazione della Messa e la formazione dei prayer leader. In questi mesi stiamo approfondendo il sacramento del battesimo. La novità è che un villaggio ha chiesto di iniziare il cammino catecumenale. Sono una decina di famiglie che la domenica sotto la guida di Sr. Monica stanno imparando a pregare e conoscere Gesù.

Abbiamo comprato una campana (di quelle che si usano nelle navi) da mettere sulla chiesa parrocchiale. Attualmente non c’è una campana, il suo suono è registrato in una cassetta. Non c’è un campanile, per cui stiamo pensando come sistemare questa sopra il tetto della chiesa. Speriamo di non spendere troppo, però il suono originale di una campana è sicuramente per noi cristiani più affascinante di una semplice registrazione. Del resto noi cerchiamo il richiamo del Gesù originale, non una sua registrazione.  

Grazie per la pazienza e l’aiuto della vostra amicizia,

p. Paolo B.


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PASQUA 2023

Suhiari – Bangladesh, Pasqua 2023

Carissimi, di cuore da questo angolo del mondo vi invio i mei auguri di Pasqua. In questo periodo sono stato a visitare alcuni dei villaggi di cui si compone la parrocchia di Suhiari. In queste visite oltre alla celebrazione della Messa, è l’incontro con la gente che le rende speciali. Come in ogni luogo si incontrano situazioni di gioia perché è nato un figlio, perché si è costruita la casa nuova, perché ci si è appena sposati. Ma come sempre si incontrano anche situazioni di dolore a causa dei lutti e delle malattia, a causa della povertà che rende difficile la vita quotidiana, a causa delle discordie in famiglia, delle separazioni, a causa delle cattiverie umane che conducono a rubare e fare violenza, a causa dei nostri peccati.

Sappiamo che la Pasqua non è solo il ricordo della risurrezione di Gesù, ma è il dono che custodisce la promessa di Dio che anche per noi può esserci il giorno di Pasqua. Forse anche più di un giorno, perché ogni volta che il male dentro e fuori di noi è vinto lì è la Pasqua del Signore.

Nel fare gli auguri di Pasqua faccio mie, insieme a voi le parole di San Paolo:

E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Rm. 8,11).

Subho Paskal - Buona Pasqua

p. Paolo B.


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QUARESIMA 2023

Suhiari – Bangladesh, 01 marzo 2023

Con l’inizio della quaresima ho incominciato a visitare i villaggi che compongono la parrocchia. Il programma prevede che i tre sacerdoti celebrino una Messa durante la quaresima in tutti 45 villaggi.

Le Messe sono previste oltre che alla domenica, anche nei giorni feriali della settimana, per poter raggiungere l’obbiettivo.

Prima della Messa viene data la possibilità di confessarsi. Quasi tutti si confessano, per cui la gente in chiesa aspetta più di un’ora, pregando e cantando, prima che inizi la Messa. 

Nei villaggi che ho visitato, la maggioranza della gente lavora nei campi e spesso conoscono poco il bengalese, in quanto in casa parlano la lingua tribale, che io non conosco. Anche perché ci sono diversi gruppi tribali: Santal, Orao, Cotrio, Mahali. Ognuno con la sua lingua e la sua cultura, è impossibile, almeno per me, impararle tutte.  

Dopo la Messa, per il padre, c’è l’obbligo di pranzare nelle casa di una delle famiglie del villaggio. Siamo in quaresima, per cui il pranzo prevede oltre al riso solamente il torcari di verdura. Occorre aspettare la Pasqua per il torcari di pollo o di maiale.

In uno dei villaggi che ho visitato, sono venuto a conoscenza di una situazione che pensavo non esistesse più in Bangladesh. 

In questo piccolo villaggio Santal di Kalpara vivono una quindicina di famiglie. Il loro villaggio è costruita su una proprietà di un musulmano, il quale sfrutta questa sua posizione istituendo una specie di servitù obbligatoria. 

Per non essere “sfrattati”, queste famiglie devono lavorare nei terreni di questi signorotto. Del resto non vogliono lasciare il villaggio per mantenere la loro identità. Per ciò accettano questa forma di semi schiavitù. In pratica una situazione simile ai servi della gleba di medioevale memoria. 

Ho scoperto che questa situazione non è nuova in Bangladesh. In passato, anche recente, proprio per ovviare a queste forme di quasi schiavitù, alcuni missionari del Pime avevano acquistate dei terreni dove poi hanno trasferito interi villaggi, affrancandoli così dai ricatti di questi possidenti.

Stiamo cercando di fare un’operazione simile anche per questo villaggio. Siamo riusciti a trovare un terreno abbastanza grande che possa ospitare l’intero villaggi. 

Sono in corso le trattative, mai semplici in Bangladesh, per acquistare il terreno. Ne avevamo già trovato uno, ma poi la trattiva è sfumata perché è incominciata un asta per l’acquisto del terreno a cui non abbiamo voluto partecipare. 

Certo, ci sarà anche il problema di trovare i fondi, ci vorranno all’incirca 50.000 Euro per comprare il terreno. Ma speriamo in bene.

Come vedete, piano piano, mi sto inserendo nelle situazione di questa parrocchia abbastanza complicata. Speriamo bene.

Buon cammino di Quaresima a tutti.

padre Paolo Ballan

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nella missione di Suhiari a Dinajpur

Suhiari – Bangladesh, 19 gennaio 2023

Carissimi, da pochi giorni sono arrivato nella missione di Suhiari a Dinajpur. 

Sto cercando di capire come funziona questa missione, molto diversa da quella in cui ho lavorato per otto anni a Dhaka.

Attraverso alcune foto vi faccio vedere quello che si trova nel grande compound di questa missione.

Questa è la casa parrocchiale. In primo piano la veranda dove la gente si ferma a chiacchierare e ad aspetta di essere ricevuti dal parroco. 

L’edificio di due piani, nel piano terra c’è la cucina, sala da pranzo e l’ufficio.

Al primo piano le stanze dei sacerdoti residenti, attualmente tre.

Questo è il salone parrocchiale. La foto è stata scattata in occasione dell’incontro con i responsabili dei villaggi (prayer leader)

I villaggi sono 45 ma non avendoli ancora visitati non so bene come sono organizzati. 

Una volta mese c’è l’incontro con i prayer leaders dove vengono presentati i vangeli del mese e si affrontano varie questioni inerenti la vita religiosa e sociale dei villaggi.

Questa è la casa delle suore. 

Attualmente ci sono 5 suore. Una è incaricata degli ostelli, una della scuola, una per l’animazione dei villaggi, una per il dispensario. In più c’è una suora anziana che vive in comunità.

Questo è il dispensario, dove una suora infermiera accoglie i malati, fa un primo intervento con distribuzione di medicine ed eventualmente segue gli ammalati negli ospedali. 

Fa da medico di base, anche se è solo una infermiera. Svolge un ruolo importanti per la cura dei ragazzi dei due ostelli parrocchiali.

La chiesa parrocchiale

L’ostello dei ragazzi, attualmente sono 75

L’ostello delle ragazze, attualmente sono 90

Momento del pranzo. 

A gennaio fa freddo... come si può notare!

L’orto parrocchiale, dove si coltiva in questo momento cavolfiori e patate. Più avanti il riso per l’ostello. 

Abbiamo anche una mucca, una capra, due maiali e qualche gallina.

La scuola parrocchiale con attualmente 600 studenti dalla classe prima alla decima.

In questi giorni, attraverso i prayer leaders abbiamo distribuito 2.000 coperte alle famiglie dei villaggi. Una necessità per difendersi dal freddo di questo periodo. Qui le case non hanno riscaldamento, per cui si è sempre al freddo.

È stato un piccolo salasso per la parrocchia. Una coperta costa 400 taka (4 euro), per 2.000 coperte è stata una spesa di 8.000 Euro!

Abbiamo anche il campo di gioco per i ragazzi, ovviamente. 

Per ora è tutto, e quando avrò capito qualcosa di più vi farò sapere.

padre Paolo Ballan

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BUON NATALE DAL BANGLADESH

Zirani – Bangladesh, Natale 2022 

Carissimi, siamo ormai a Natale e desidero farvi avere i miei più sinceri auguri.

Dopo nove anni, sono di nuovo a celebrare il Natale in Bangladesh.

Non ancora nella parrocchia a cui sono destinato, ma in quel centro che, con altri, ho contribuito a far nascere.

Di per se anche molti di voi hanno aiutato a far nascere questo centro, perché molte delle vostre offerte sono servite alla sua costruzione e soprattutto a dare inizio ad una comunità cristiana dispersa nell’area industriale di Dhaka-Savar.

Il Natale parla di nascita, la nascita di Gesù. 

Far nascere qualcuno o qualcosa significa dare inizio ad una nuova storia e ad una nuova vita, dove speranze e attese per qualcosa di bello sono all’origine della loro nascita. 

Far nascere qualcuno o qualcosa significa non rassegnarsi al male, alle abitudine che ci invecchiano, alle delusioni che stiano vivendo. 

Qualcosa di nuovo e di bello è possibile, qualcosa per cui sperare e lottare è possibile. Sì, il Signore nasce, il Signore viene, è ancora la vita a germogliare sopra le nostre paure, delusioni titubanze.

È ancora la vita a nascere sopra i nostri peccati e le nostre morti, comprese quelle degli amici e parenti che ci hanno lasciato. 

Proprio a causa della nascita di Gesù sono anch’essi vivi nel nostro cuore come lo è Gesù.

È Natale, torniamo a vivere e sperare.

Auguri!

padre Paolo Ballan

LA FESTA DI CRISTO RE e del primo raccolto

Carissimi, venerdì 18 novembre abbiamo celebrato a Zirani la festa di Cristo Re. Noi in Bangladesh seguiamo il calendario liturgico Romano. In questa occasione c’è stata una grande festa perché oltre alla solennità di Cristo Re si è celebrato la festa del primo raccolto. Secondo la tradizione tribale ed agricola, i primi frutti della terra sono offerti in dono al Signore che è il Re dell’Universo.

C’è stata una grande partecipazione, ed anche se a Zirani nessuno lavora la terra, in quanto si tratta di una area industriale, la gente ha comunque simbolicamente offerto qualcosa al Signore. Soprattutto è stata una occasione di gioia dove si sono effettuati le danze della tradizione della propria tribù di appartenenza. Così insieme Garu, Santal ed Orao hanno celebrato Cristo Re dell’Universo.

Buon cammino di avvento a tutti.

padre Paolo Ballan

La FORMAZIONE CONTINUA...

Carissimi, vi scrivo dalla Pime House di Dhaka dove mi trovo per continuare il mio percorso di preparazione.

La settimana scorsa sono stato a Dinajpur, nel nord del Bangladesh dove è situata la casa Regionale del Pime. Si trova qui perché in questa provincia i primi missionari del Pime hanno iniziato a lavorare in Bangladesh e qui hanno fondato la diocesi di Dinajpur. Siamo agli inizi del secolo scorso.

I primi tre vescovi di questa diocesi sono stati dei missionari del Pime. 

Negli anni novanta questa diocesi è stata divisa in due parti, creando la diocesi di Rajshahi. Anche in questa diocesi lavorano attualmente alcuni missionari del Pime.

Nella settimana che ho trascorso a Dinajpur, c’è stata l’assemblea dei missionari del Pime in Bangladesh. Ho avuto così l’opportunità di vedere tutti i miei confratelli ed avere una panoramica del lavoro che stiamo facendo in questo paese.

In questa occasione è stato confermato che all’inizio di gennaio dovrò iniziare la mia attività presso la parrocchia di Suhiari a Dinajpur. All’inizio affiancherò l’attuale parroco P. Gianbattista Zanchi. Lui è stato Superiore Generale del Pime quando ero in seminario, ed è stato lui che mi ha destinato in Bangladesh nell’ormai lontano 2003. 

padre Paolo Ballan

Giornata Missionaria 2022

Per la giornata missionaria andrò a Zirani. Quando ero parroco a Mirpur, Zirani era un sotto centro parrocchiale. Probabilmente molti di voi si ricordano i miei racconti nel creare questo. All’inizio nel 2005 andavo a celebrare nelle case perché non c’era n’è la Chiesa né una proprietà dove radunare i lavoratori Cristiani migrati dai villaggi del nord e del sud del Bangladesh per lavorare nelle fabbriche di tessuti, maglieria della zona. Qui ho celebrato la mia prima settimana Santa in Bangladesh con il battesimo di una ragazzina di 10 anni di nome Mukta (Perla).

Poi costruimmo il Centro Gesù lavoratore terminato nel 2011, con la Chiesa e gli ostelli per i lavoratrici e lavoratori. In quel periodo da Mirpur mi recavo ogni Venerdì e domenica a Celebrare la Messa e per le attività pastorali. Zirani dista 30 Km da Mirpur, con i mezzi pubblici un’ora e mezza. Ora il Centro Gesù lavoratore è autonomo dalla parrocchia di Mirpur e vi risiedono in maniera stabile uno/due missionari del Pime e una comunità di tre suore dell’Immacolata, dette Pime Sisters.

Il centro è chiamato Gesù lavoratore perché situato all’interno di una delle grandi aree industriali poste alla periferia delle città di Dhaka.

Il tema della giornata missionaria qui in Bangladesh è il seguente: Siate miei testimoni.

Il tema ricorda che il Vangelo si annuncia vivendo in maniera autentica e con gioia la vita cristiana. Si è testimoni di Gesù quando si vive nella quotidianità il suo Vangelo. Papa Francesco, riprendendo quanto già dicevano i papa suoi predecessori, ricorda spesso che la missione si fa per attrazione e non per proselitismo. Una vita cristiana vissuta in pienezza, senza paura e con gioia è capace di attrarre e far innamorare di Gesù.

Questa è stata l’esperienza che ho vissuto a Zirani nei miei primi anni di missione. Il modo in cui la piccola comunità si ritrovavano a pregare nelle case, a stare insieme ed aiutarsi vicendevolmente è stata una calamita che ha attratto molti. Primi tra tutti i cristiani che ormai non frequentavano più, ma poi anche Indù, tribali non battezzati e anche mussulmani che attratti dallo stile della comunità volevano vedere come stavamo insieme.

La testimonianza della nostra gioia è ciò che attrae chiunque ci incontra ed è la via maestra della missione.

Buona giornata missionaria.

padre Paolo Ballan

sabato 8 Ottobre 2022

Carissimi,
Venerdì in Bangladesh è giorno festivo per cui ne ho approfittato per fare una visita alla mia ex parrocchia di Mirpur.

Dopo 9 anni rivedere i posti nei quali lavorato per anni, mi ha da un lato emozionato, dall’altro lato sono rimasto impressionato dai cambiamenti avvenuti.

La città si sta alzando e dove prima c’erano palazzi al massimo di sei piano, ora ci sono grattacieli di più di 12 piani.

Ricordo che quando arrivai per la prima volta a Mirpur, nel lontano 2005, la Chiesa era l’edificio più alto della zona, ora, coperta dai palazzi che la circondano è sparita dalla visuale.

Anche la gente di Mirpur è cambiata. La mia non è stata una visita programmata, per cui non ero atteso. Alla Messa ho trovato molti dei miei ex parrocchiani, ma anche molta gente nuova.

È stato un bel momento di saluti e di ricordi. Sono andato poi a visitare le comunità delle suore Luigine che lavorano in parrocchia e dell’Immacolata che a Mirpur hanno la loro casa Provinciale.

A pranzo sono stato ospite di una famiglia che mi è cara e che stanno vivendo momenti difficili. Il marito Luis qualche anno fa ha avuto un ictus che lo ha reso invalido dal lavoro. Con grande coraggio si è impegnato nella riabilitazione ed ora riesce a camminare discretamente, anche se non ha recuperato ancora la manualità. Alla moglie è stato diagnosticato un cancro e sta facendo cure di chemioterapia. Ha perso tutti i capelli. Come immaginate è un dramma per una donna, anche in Bangladesh. Per aiutare la famiglia, la moglie è stata assunta alla casa del Pime per le pulizie e comunque da qualche anno la famiglia è aiutata per le spese mediche.

Nonostante tutti questi problemi di salute, il cruccio più grande riguarda i loro due figli, che erano nel mio gruppo adolescenti quando ero parroco a Mirpur. Il problema è che i due figli, che sono riusciti a trovare un buon lavoro, anche se non permanente, non pensano a sposarsi. Ai loro genitori dicono: «fino a quando non siete guariti noi restiamo con voi, e per voi vogliamo costruire al villaggio una casa dove potete passare la vostra vecchiaia».

Nonostante la bellezza di questo sentimento, per Luis, il problema principale è vedere sistemati i figli: «Padre convinca i miei figli a sistemarsi, noi ormai la nostra vita l’abbiamo vissuta, sono loro che devono iniziare la propria».

Ho risposto con un sorriso, non sono così convinto che la questione matrimoniale sia la più urgente per loro. Non hanno ancora trent’anni. È vero che in Bangladesh ci si sposa verso i venti-venti cinque anni, però hanno ancora tempo per sistemarsi.

Ovviamente questo pensiero me lo sono tenuto per me.

In serata visita di cortesia all’Arcivescovo di Dhaka che mi ha offerto la cena.

Alla prossima!

padre Paolo Ballan

sabato 1° ottobre 2022

Carissimi,
sono arrivato mercoledì 28 settembre a Dhaka, con 30 minuti di anticipo. Mi ha accolto una temperatura di 35° gradi... percepiti 40°!

Anche qui c'è il problema della corrente che viene razionata, per cui 2 o 3 volte al giorno viene tolta per un ora. 

Ho iniziato le pratiche per l'estensione del visto. Mi hanno detto che ci vorranno 6 mesi almeno. Mi hanno affibbiato qualche Messa in inglese per le suore. 

Lunedì inizio le ripetizioni di Bengalese. Grazie per tutto.

Una preghiera.

padre Paolo Ballan